Siti web
Un sito web è un insieme di pagine web collegate tra di loro. Pagine web raggiungibili con un indirizzo web (URL), attraverso un browser. E fin qui ci siamo, quasi. Per un po’ di tempo, dopo la messa online del primo sito web, la definizione era abbastanza precisa. Poi le attività che si potevano svolgere in un sito web sono aumentate. I siti web sono diventati “servizi” e “prodotti”.
Gmail, Figma, la Repubblica, Amazon o Facebook sono tutti siti web, sono tutti fatti di HTML-CSS (e JS), ma si usano, si progettano e si realizzano in maniera diversa.
Volendo provare a suddividere i siti web per tipologia me ne vengono in mente quattro: i siti di comunicazione/informazione, i siti e-commerce, le piattaforme digitali, i prodotti/servizi digitali.
I siti di comunicazione/informazione sono quei siti che perlopiù si leggono. Possono essere i siti di giornali e riviste, o i blog. Ma anche i siti-brochure, quelli che parlano di un’azienda, di una persona o di un prodotto. Sono i siti personali, di uno studio o un’agenzia. In questa tipologia potremmo inserire guide o libri come quello di Jeremy Keith, Resilient Web Design, o quello di Frank Chimero, Shape of design. Potremmo ancora aggiungere progetti come quello di Nicholas Rougeaux, che ha raccolto, organizzato e messo online le 2.242 illustrazioni di un libro del 1800 sui minerali in Gran Bretagna.
E-Commerce
I siti di e-commerce sono dei cataloghi di prodotti. Ogni prodotto ha la propria pagina-scheda, con info e descrizioni, acquistabile con pochi click. A parte il più famoso di tutti, ce ne sono tanti, che vendono prodotti fisici o digitali.
Lo so, sto scrivendo delle cose scontate, ma a volte ripeterle aiuta a metterle a fuoco meglio. Nel momento in cui scrivo queste prime descrizioni, mi accorgo che i confini sono meno netti di quanto sto provando a fare. Un sito di comunicazione/informazione può essere anche un e-commerce, o meglio potrebbe avere un modulo e-commerce. Il sito di Repubblica, come quello di tanti altri giornali, vende l’accesso ai suoi contenuti. Dal sito-libro di Frank Chimero posso acquistare la versione cartacea.
Le piattaforme sono quei siti dove si accede con un account ed è possibile condividere dei contenuti. A seconda del tipo di piattaforma, questi contenuti possono essere visti da tutti o solo dai membri. Più passa il tempo più le piattaforme tendono a somigliarsi. Facebook è una piattaforma di quelle social, del tipo di social basato sulle relazioni (social network). È una piattaforma anche Wordpress.com, che con il tempo ha inglobato alcune delle dinamiche social, il follow o il like, ma un tipo di social basato sui contenuti, più social media. In mezzo a questi due possibili estremi ci sono cose come Twitter, YouTube, Instagram (che ormai funziona anche sul web).
Prodotti digitali
Ci sono poi i prodotti digitali. Assieme alle piattaforme, sono i siti dove passiamo la maggior parte del nostro tempo. In più di qualche numero abbiamo affrontato la questione relativa al digital product design. Poco sopra ho citato Figma, ma se vi occupate di design conoscete di sicuro anche Miro o Mural. Probabilmente usate cose tipo Mailchimp o Google Docs. Sono siti web, ma sono soprattutto dei software.
Anche se spesso troviamo tutti sotto lo stesso dominio, raggiungibili attraverso un browser, stiamo visitando cose diverse. Google Docs è un prodotto, che ha un sito-brochure che ne descrive le caratteristiche e le funzionalità.
Anche qui i confini non sono così netti, le piattaforme sono in parte anche dei prodotti digitali. Tutte hanno funzioni per gestire il testo, manipolare le immagini o modificare una sequenza video.
Il punto di questa suddivisone di siti web (sicuramente imprecisa) è quella di definire la destinazione d’uso del proprio design, per progettare in maniera più consapevole.
Il sito-brochure di Google Docs si progetta in maniera diversa da Google Docs prodotto. Hanno sicuramente dei punti in comune, ma si parte da considerazioni diverse. Nel primo caso l’obiettivo è organizzare dei contenuti, per renderli comprensibili e accattivanti. Nel secondo caso quello di organizzare un flusso di azioni e interazioni che permettano all’utente di scrivere un testo, editarlo e condividerlo.
Se si lavora a un prodotto digitale è molto probabile che si lavorerà a quasi tutte le tipologie. Di sicuro ci sarà un sito che presenta il prodotto, le funzioni e le applicazioni d’uso. Ci sarà una guida all’uso di quel prodotto, un blog. Potrebbero esserci una sezione con dinamiche social (vedi Figma Community), potrebbe esserci un’e-commerce di prodotti (fisici o digitali).
Aver chiaro la destinazione d’uso del proprio design, aiuta a progettare in maniera più consapevole e aiuta anche a organizzare il lavoro e le fasi.