Numero #057 – Le immagini 15/02/2021

In questo primo numero del 2021 si parla di immagini.


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Le immagini

Qualche numero fa abbiamo parlato di Graphic Design, e di come i principi di base siano comune a diversi ambiti. Che si faccia qualcosa destinato alla stampa o a uno schermo, bisogna saper gestire un layout, organizzare la parte tipografica, usare le immagini e i colori giusti.

Il testo e le immagini sono i due elementi necessari a comporre una pagina, o una schermata. L’importanza di font e tipografia sembra ormai assorbito. Assorbito anche dai non addetti ai lavori, che spesso fanno domande, e si interessano all’uso di certi font piuttosto che altri, al numero di caratteri per riga e sul giusto spazio tra le righe.

L’importanza delle immagini invece la diamo per scontata. Continuiamo a dire «l’immagine vale più di mille parole», senza pensarci troppo. Un’immagine da sola non basta a essere «significante». Il suo significato — come succede per i colori e anche per i font — cambia a seconda dal contesto sociale e dal luogo in cui quell’immagine è posizionata. Cambia in base all’uso che se ne fa e dall’idea che noi abbiamo di quell’immagine. «Il nostro modo di vedere le cose è influenzato da ciò che sappiamo o crediamo»1.

Nel giusto contesto anche un’immagine astratta, come un cerchio giallo può far venire in mente un sole. In uno sbagliato, anche una fotografia con persone reali può disorientare il pubblico, e far passare un messaggio sbagliato. Tutti, credo, ricordiamo ancora la copertina dell’opuscolo del Fertility Day di qualche anno fa2.

Un’immagine può quindi assumere significati diversi a seconda di dove è collocata e dal contesto sociale, ma ne può assumere ancora altri quando viene accostata a un’altra immagine o a un testo. Pensate a un qualsiasi meme che vedete ogni giorno sui social. Uno dei tanti esempi potrebbe essere la pagina Facebook “Se i quadri potessero parlare”.

Un’immagine può essere una rappresentazione: un’immagine mentale, un’idea, un concetto, (image), e può essere una cosa (picture): un quadro, una fotografia su Instagram, un’illustrazione nella home page di qualche nuova startup.

W.J.T. Mitchell, uno dei padri degli studi sulla cultura visuale, in uno dei suoi saggi che introduce questi concetti scrive:

“Puoi appendere alla parete una picture, ma non puoi appendere una image”. Picture è un oggetto materiale, qualcosa che si può bruciare o rompere. Image è ciò che appare in una picture, ciò che sopravvive alla sua distruzione — nella memoria, nella narrativa, in copie e tracce preservate negli altri media […] Picture, pertanto, è l’immagine come appare su un supporto materiale o in un luogo specifico.3

Lo spiega ancora meglio Falcinelli, con un’immagine sul suo profilo Instagram, e nel suo libro Figure. Parlando delle ninfee di Cézanne scrive:

Quindi parlare di ninfee significa concentrarsi sull’image, parlare delle pennellate vuol dire pensare alla picture4.

Nella progettazione grafica, di qualsiasi tipo, quando parliamo delle immagini parliamo di fotografie, illustrazioni, disegni, collage e immagini grafiche. Queste ultime sono quel tipo di immagine che, utilizzando pochi elementi, provano a sintetizzare un’idea o un concetto — come avviene con le icone o i marchi. A differenza dell’illustrazione, l’immagine grafica è semplificata al punto che spesso restano solo le forme e i segni necessari a descrivere il soggetto.

La scelta dell’immagine influenza la comunicazione e la composizione. Un tipo d’immagine può essere più adatto a veicolare un messaggio rispetto a un altro.

Le fotografie sono associate alla documentazione o vengono considerate rappresentative della realtà. Sono concrete, pure, correlate all’ambiente e affidabili. Le illustrazioni sono percepire come “creazioni” personali che rivelano subito il proprio metodo di realizzazione; evocano fantasia, scenari non realistici o situazioni ideali, e il contenuto, per quanto naturalistico, è interpretato soggettivamente. Icone, simboli e immagini grafiche distillano e semplificano concetti complessi e astratti; spesso sono associati a diagrammi, elementi di navigazione e identificazione.5

(Nel numero #033 abbiamo parlato dell’uso delle illustrazioni nei prodotti e servizi digitali).

Il tipo di contenuto, e il suo tono di voce, può indirizzare la scelta del tipo di immagine, che sia una fotografia o un’illustrazione. Volendo generalizzare potremmo dire che la fotografia è più efficace nella rappresentazione di un soggetto specifico a cui fa riferimento il testo, e riesce meglio a controllare il tono e l’umore che il contenuto scritto vuole trasmettere. L’illustrazione è più efficace nel comunicare concetti più astratti, uno dei motivi che la rende così diffusa nella comunicazione di servizi digitali. Inoltre permette di aggiungere personalità e colore al progetto grafico.

L’illustrazione è più efficace nel comunicare concetti più astratti, uno dei motivi che la rende così diffusa nella comunicazione di servizi digitali. Inoltre permette di aggiungere personalità e colore al progetto grafico.

Sia con l’illustrazione che con la fotografia, in maniera diversa, è possibile raccontare una storia e comunicare idee attraverso metafore. Un esempio di questo uso della fotografia lo possiamo osservare sul settimanale «Internazionale» o nel numero del magazine «Link» dedicato al Flop, che utilizza, in uno degli articoli, la serie Clean Hair di Scottie Cameron.

Un’immagine non è però solo una tipologia. È un formato, che «una volta entrato nell’uso, smette di essere una semplice cosa e diventa presto una categoria psicologica». «È anche lenta o veloce, pesante o leggera, simmetrica o sbilanciata. Possiede cioè delle qualità strutturali che la fanno funzionare», come ricorda Falcinelli nel suo Figure, a cui vi rimando per qualsiasi altro approfondimento sull’argomento.


  1. John Berger, Questione di sguardi, Il Saggiatore, Milano, 2015 ↩︎

  2. Per un breve riepilogo vi rimando a questo articolo, dove oltre a parlare di immagini ricordo l’episodio: Ciro Esposito, Il ruolo dell’immagine in un progetto grafico, “Pixartprinting Blog”, 2020 ↩︎

  3. W.J.T. Mitchet, Pictural Turn. Saggi di cultura visuale, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2017 ↩︎

  4. Riccardo Falcinelli, Figure, Einaudi, Torino, 2020 ↩︎

  5. Timothy Samara, Elementi di grafica. Forma visiva e comunicazione, Logos, 2010 ↩︎


Un’immagine può anche essere testo, come questa di Bráulio Amado che accompagna un articolo del «New York Times».


Backstage Talk →

L’ultimo numero (il quinto) di Backstage Talk, la rivista collegata alla By Design Conference, che si tiene ogni anno a Bratislava, in Slovacchia.

Tra gli ospiti di questo numero, Gail Bichler, Francesco Franchi e Jean Jullien.


Le illustrazioni del New York Times →

Ogni anno il «New York Times» commissiona centinaia di illustrazioni per i proprio articoli, che raccoglie poi in una lunga pagina web.

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Catania Project →

Un simbolo grafico per rappresentare la città di Catania. A curare il progetto Bob Liuzzo (che abbiamo intervistato tempo fa).

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Copertine di libri →

La consueta raccolta delle migliori copertine di libri (pubblicati nel mondo anglosassone) curata dal blog The Casual Optimist.

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Ambit →

Ambit è un carattere tipografico della type foundry inglese CoType. È un eccentrico sans serif che si ispira ai primi grotesque del XXI secolo.

È disponibile in sette pesi (da thin a black) con relativo corsivo.