Numero #068 – Perché creiamo interfacce 19/02/2024
In questo numero si parla di un piccolo libro web dedicato al perché realizziamo interfacce, uscito qualche anno fa.
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Perché creiamo interfacce
Ad Agosto 2020, il product designer Ehsan Nour ha condiviso un «micro libro», sotto forma di sito web, «con osservazioni incomplete sul design di interfacce». Il titolo del micro-libro è Why we do interface ed è diviso in tre parti.
- Interface are for information
- Design as dance
- We interface because are human
Interface are for information
Lo scopo di qualsiasi interfaccia, a prescindere dalla tecnologia, è quello di recuperare, decodificare, modificare e distribuire informazioni.
Il primo pensiero del designer dovrebbe essere verso le informazioni, poi verso l’organizzazione dell’interfaccia che permetterà alle persone di interagire con quelle informazioni.
Il compito del designer dovrebbe essere quello di progettare la comunicazione, o meglio codificare le informazioni in modo che possano essere decodificate senza fatica da un altro essere umano.
Design as dance
Il design è un processo, con decine di piccole osservazioni e decisioni che portano lentamente, in maniera iterativa, a un prodotto migliore.
Il design è un’esplorazione di ciò che sembra giusto, rendendo l’iterazione una base essenziale della nostra disciplina. È una sorta di ballo.
We interface because are human
Nel corso della storia, gli esseri umani hanno utilizzato interfacce per interagire con le informazioni in modi che altrimenti non avrebbero potuto.
L’obiettivo di tutte le interfacce, che sia un telegramma o un’app di messaggistica, è sempre stato quello di velocizzare la comunicazione.
A rileggere oggi questo micro-libro di Nour sembra che alcuni temi trattati siano scomparsi, almeno dalla discussione pubblica delle varie comunità di designer. Oggi si parla quasi solo di AI e temi come le interfacce vocali o le realtà virtuali, presenti nel libro, sono diventate secondarie.Qualche settimana fa, Apple ha consegnato i suoi primi Vision Pro, visori di realtà aumentata e virtuale. Certo, stiamo parlando di un dispositivo ancora costosissimo e per poche persone, ma le cose potrebbero cambiare in poco tempo.
A proposito di intelligenze artificiali e realtà aumentate, riprendo un post di Jason Fried, condiviso proprio qualche giorno dopo l’annuncia di Vison Pro di Apple, dove parlava di due visioni del futuro.
Lo riporto qui, tradotto:
Che momento interessante.
Stiamo guardando due visioni del futuro nettamente diverse. Possono coesistere, ma sono interpretazioni radicalmente diverse di ciò che è moderno, attuale e di quale direzione stiano prendendo le cose.
Una visione cerca di far sparire l’interfaccia utente. L’altra visione è un’interfaccia utente ovunque tu guardi.
Una visione cerca di far sparire il computer. L’altra visione monta un computer sul tuo viso.
Una visione è prendi e vai. Un’altra visione è prendi e resta.
Una visione svanisce sullo sfondo. L’altra visione è al centro dell’attenzione.
Una visione riguarda l’informazione. L’altra visione riguarda l’immersione.
Una visione è naturale e ti capisce. L’altra visione richiede nuovi metodi di interazione che devi imparare e padroneggiare.
Una visione sembra un’assistenza. Un’altra visione sembra un ostacolo.
Una visione si adatta a ciò che hai già. Un’altra visione richiede di acquistare qualcosa che si adatti.
Una visione è semplicemente testo. Un’altra visione è tutto tranne che testo.
Una visione sembra il prima. Un’altra visione sembra il dopo. Ma non sono sicuro quale delle due sia l’una o l’altra.
Entrambe sono straordinarie.
Geist →
Geist è un carattere tipografico realizzato da Vercel (la piattaforma cloud nota soprattutto per il framework NextJS), in collaborazione con Basement Studio.
Geist è disponibile in due famiglie, sans e mono, composta da nove pesi, senza corsivo.
La versione sans-serif si basa sui principi della tipografia classica svizzera. Nella descrizione sono elencati i caratteri a cui si ispira: Inter, Univers, SF Mono, SF Pro, Suisse International, ABC Diatype Mono, ABC Diatype.
Geist è gratuito e open source. Si scarica seguendo questo link.